Depressione: cause, sintomi e soluzioni efficaci per affrontarla

Depressione

La depressione un fenomeno in continuo aumento, tristezza, paura, assenza di gioia di vivere, di speranza, la persona è abbattuta, compressa, preoccupata, la patologia colpisce sempre più giovani, la fascia di età è fra i quaranta e i cinquantanni, nel 2020 si calcola che la depressione sarà la seconda causa di malattia dopo le patologie cardiovascolari. Come ritrovare il benessere?

In questi ultimi anni la crisi economica, politica, di valori, e di stili di vita sempre meno salutari possono avere effetti significativi sull’aumento dei casi di questa, sempre più diffusa, patologia. Si può tranquillamente parlare di un fenomeno che ha raggiunto proporzioni da malattia sociale con tutto ciò che ne consegue. I rischi dei psicofarmaci? L’aiuto per ritrovare il benessere può essere solo che olistico. La Medicina quantistica e i riequilibri energetici possono aiutarci?

Cos’è l’ansia e quali disturbi provoca

Le varie sensazioni per lo più spiacevoli si presentano come il sentirsi soffocare, stretti in una morsa, timore, paura, apprensione, preoccupazione; non riuscire ad avere il controllo delle situazioni… la persona può provare frustazione e disperazione quando non riesce a trovare la soluzione in tempi brevi.

Ansia e stress si presentano quando l’individuo sente che il proprio equilibrio è minacciato, che le sue risorse sono insufficienti e che non riesce ad adattarsi a una situazione.

Lo stress può essere scatenato da eventi esterni o da uno smarrimento interiore, in funzione della sensibilità dei cinque sensi dell’individuo.

Per esempio, nella spasmofilia (un’alterazione della permeabilità delle membrane cellulari dove si devono inserire degli integratori di calcio, magnesio, zinco e vitamina D oltre che ai sali minerali, che l’organismo perde facilmente) il senso più disturbato è l’olfatto (in relazione alla famiglia polmoni-colon), e tale squilibrio si ripercuote sull’equilibrio del sistema immunitario.

Gli agenti di stress (stressori:stimoli nocivi o dolorosi), che possono essere transitori o permanenti, agiscono su un terreno che si modifica nel tempo.

La risposta allo stress si manifesta con una reazione emozionale modulata dai circuiti cognitivi più esacerbati.

Come abbiamo affermato in precedenza, gli individui attivano comportamenti ormonali differenti che coinvolgono organi specifici: essi possono reagire in modo aggressivo o al contrario apatico, con grande emotività o con timore.L’ipereccitabilità, tipica della spasmofilia, si manifesta su un “terreno” favorevole ai disturbi metabolici e soprattutto agli squilibri a livello del calcio e del magnesio, zinco e di sali minerali che l’organismo perde facilmente.

Un “terreno” stressato coinvolge diverse parti del sistema neuroendocrino, tra cui l’asse ipotalamoipofisario, che stimola direttamente il surrene scatenando una secrezione di adrenalina e di cortisolo che deprime il sistema immunitario.

Se gli stressori sono particolarmente intensi e prolungati, l’organismo attraversa diverse fasi:

  • fase di allarme, in cui avvengono modificazioni biochimiche e ormonali di adattamento immediato;
  • fase di resistenza, in cui l’organismo si organizza per proteggere la propria integrità;
  • fase di decompensazione, in cui si verifica l’abbassamento delle difese e l’incapacità da parte del corpo di mantenere l’omeostasi.

Durante questa ultima fase, si osserva una persistenza dello stato patologico di stress che si manifesta attraverso molti sintomi: affaticamento, pesantezza delle membra, insonnia, crampi, modificazione delle percezioni sensoriali, abbassamento delle difese immunitarie, emicranie, ansia, tachicardia, apatia, depressione e cosi via.

II ricostituenti, gli psicotropi (farmaci antidepressivi, benzodiazapine) e la sospensione dell’attività lavorativa, rappresentano i rimedi abituali della medicina tradizionale.

Ogni dolore è in rapporto con una disfunzione organica specifica, quindi il dolore ad un ginocchio non ha la stessa origine di un dolore alla caviglia.

La soluzione terapeutica può essere la prescrizione di un antalgico (antiinfiammatorio), che però agisce soltanto sul sintomo ma non sulla causa.

Da diversi anni le ricerche effettuate hanno permesso di stabilire una mappa sulla relazione che intercorre tra i sintomi e i circuiti di comunicazione disturbati: ogni segnale diventa allora un fattore importante per individuare il senso danneggiato, un indizio per comprendere gli squilibri organici in relazione con il metabolismo della persona e della sua chimica personale.

Quali sono i disturbi d’ansia e stress e le somatizzazioni a livello psicofisico

Viene definita ansia generalizzata, questo tipo di ansia è uno “stato di tensione” diffuso e persistente, privo dei momenti di crisi come negli attacchi di panico ma caratterizzato da un malessere generale psicologico-corporeo perdurante anche per molto tempo (mesi o anni).

I possibili sintomi dell’ansia generalizzata sono stati raggruppati in quattro categorie, vediamoli tenendo presente che è raro il loro comparire insieme:

  • Tensione motoria, evidenziata da tremori, dolori muscolari, incapacità a stare fermi e a rilassarsi, tremori delle palpebre, facile affaticabilità.
  • Iperattività vegetativa (che interessa quella parte del sistema nervoso non controllabile dalla volontà): i sintomi sono tachicardia, vertigini, bocca secca, sudorazione aumentata, formicolii alle mani e ai piedi, difficoltà digestive, sensazione di caldo e di freddo improvvisa, nodo in gola, difficoltà a deglutire, aumento della respirazione, mani fredde e umide, diarrea, sensazione di “testa vuota” o “leggera”, nodo alla bocca dello stomaco.
  • Stato psicologico di attesa, caratterizzato da paura, rimuginazioni, aspettativa di eventi spiacevoli o tragici per sé e per le persone care.
  • Vigilanza mentale, connotata da iperattenzione che paradossalmente diventa distrazione, difficoltà di concentrazione e memoria, impazienza e irritabilità.

L’ansia generalizzata, come si intuisce, è un disturbo che spesso limita di molto le prestazioni e la produttività e in genrale la qualità della vita di una persona, e le complicazioni possono essere: una sindrome depressiva a causa dell’incapacità di vivere una vita serena; l’abuso di alcool perché questa sostanza “seda” lo stato ansioso; l’abuso di farmaci ansiolitici .

Il sintomo ansia e i tre aspetti su: fisico-psichico-neurovegetativo

Il sintomo d’ansia è molto complesso poichè trae le sue origini da fatti individuali, famigliari, genetici e in via generale, dagli eventi della vita.

Il sintomo ansia ha essenzialmente tre aspetti:uno fisico, uno psichico, e uno neurovegetativo.

Sintomi psichici

Sensazione di apprensione, paura, terrore, inquietudine, irritabilità, difficoltà di concentrazione e di attenzione, pessimismo, sfiducia in se stessi e nelle proprie capacità, stato di preoccupazione continua ed ingiustificata, sensazione di pericolo, di mente confusa, insonnia, reattività eccessiva al minimo stimolo.

Sintomi fisici

Crampi allo stomaco, disturbi intestinali, respiro affannoso, tremori, giramenti di testa, tensioni e dolori muscolari, voce tremula, rossore del viso, stanchezza.

Sintomi neurovegetativi

Senso di soffocamento, fiato corto, palpitazioni e aumento del battito cardiaco, aumento della pressione arteriosa, sudorazione, mani fredde o sudate, modificazioni salivari e bocca asciutta, vertigini, nausea, diarrea, senso di sbandamento, vampate di calore o di freddo improvvisi, bisogno di urinare spesso, etc.

L’ansia causa una diminuzione dei pensieri, della concentrazione e dell’attenzione, generando dei blocchi energetici, impedendoci di pensare a come risolvere efficacemente le situazioni.

In realtà , non è un vero proprio blocco: quando siamo in uno stato ansioso, così come respiriamo più velocemente, pensiamo anche più velocemente; il fatto negativo è che ci focalizziamo solo sul problema, rivedendolo, rivisitandolo, cosicché l’unica via d’uscita che troviamo è la FUGA.

Le persone ansiose sopravvalutano il potenziale dannoso e pericoloso degli eventi e sottovalutano la loro capacità di poterli fronteggiare e risolvere.

Dato che la persona ansiosa è portata a cercare una vita d’uscita, ogni volta che in futuro sorgerà un nuovo attacco ansioso, la ricomparsa di quel comportamento di fuga che ha funzionato in passato sarà sempre la via preferenziale.

Le cause dell’ansia

Alcune malattie come quelle della tiroide, per esempio, possono causare ansia.

Tuttavia la vera sindrome da ansia generalizzata non ha alcuna disfunzione organica documentabile.

Purtroppo non sono stati ancora identificati i meccanismi che causano la malattia e le vie di ricerca sono orientate, come negli attacchi di panico, a individuare quali sostanze appartenenti al cervello si comportano come “ansiogene” cioè generatrici di ansia.

I farmaci prescritti per questa sindrome dai medici (con cautela, vista la possibilità di provocare dipendenza e abuso, oltre a spiacevoli effetti collaterali) sono le benzodiazepine, cioè i cosiddetti ansiolitici.

Cos’è lo stress

Per stress si intende in questo caso non tanto quel complesso di fattori caratteristici della vita moderna che causano continua tensione e preoccupazione, quanto piuttosto uno o più eventi traumatici di tipo personale, come violenze, lutti, rapine oppure di tipo collettivo come terremoti e disastri naturali.

Queste esperienze possono causare un turbamento psichico sia di natura acuta, cioè immediatamente dopo l’evento, sia di tipo cronico, cioè a mesi – e per mesi- di distanza.

I sintomi sono: ricordi e sogni ripetitivi della situazione traumatica; stato psicologico di “allarme” sensi di colpa ingiustificabili; disturbi del sonno; difficoltà di memoria e di attenzione; l’evitare attività che risvegliano il ricordo dell’evento; azioni o sensazioni improvvise come se l’evento dovesse ripetersi per associazione con stimoli ambientali o con un ricordo.

Ansia generalizzata, depressione, alcolismo, disadattamento sociale, abuso di farmaci, sono tutte possibili complicazioni dell’ansia da stress e la terapia è, in genere, farmacologica, a base di ansiolitici e di antidepressivi, associati a cicli di psicoterapia di tipo comportamentale e di sostegno psicosociale.

Ansia e stress: gli effetti sul sistema nervoso autonomo

Come è possibile che l’ansia, oltre ai sintomi psicologici descritti, si sveli anche attraverso molti sintomi di tipo organico?

La risposta sta nel risultato di ricerche sul sistema nervoso umano e i suoi collegamenti con comportamenti psicologici.

Per l’equilibrio di numerose funzioni del corpo di fronte ai molteplici stimoli dell’ambiente, il sistema nervoso autonomo riveste una grande importanza: si tratta di un sistema che agisce appunto autonomamente, cioè senza il controllo volontario e senza che l’individuo ne sia consapevole.

A livello del corpo, a esclusione del cervello, il sistema si divide in due parti: sistema simpatico e parasimpatico.

Ambedue si collegano a molti organi del corpo (cuore, vasi sanguigni, muscoli bronchiali e polmonari, stomaco, intestino, organi sessuali maschili, tutte le ghiandole, vescica urinaria, pelle) agendo su di loro in modo sinergico per assicurarne sempre la migliore funzionalità di fronte a qualsiasi stimolazione ambientale.

In particolare: il sistema simpatico produce risposte negli organi che preparano all’attività (o all’emergenza) provocando, per esempio, l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della glicemia (zuccheri nel sangue) e, più in generale, l’aumento dell’attivazione e della disponibilità di energia.

Il sistema parasimpatico, invece, produce, a livello degli stessi organi, modificazioni generalmente in direzione opposta.

La funzionalità dei due sistemi viene modulata da centri nervosi posti nel cervello, vera e propria centrale di comando operativa e analizzatore delle esigenze di tutto il corpo (ricordiamo: senza la volontà).

Negli ultimi anni si è dimostrato che i centri sopra citati sono influenzati direttamente da una particolare zona del cervello denominata sistema limbico che ha la funzione di attivare e manifestare le emozioni.

Dunque a ogni emozione non corrisponde solo una reattività affettiva e comportamentale ma anche una risposta da parte degli organi del corpo mediata, appunto, dal sistema nervoso autonomo.

Ecco quindi perché in concomitanza con l’angoscia e il terrore – riferiti da chi soffre di attacchi di panico, oppure con lo stato di tensione diffuso e persistente di chi presenta ansia generalizzata -, si manifestano anche sintomi apparentemente solo corporei come palpitazioni, nodo in gola, tremori, vertigini, formicolii alle mani e ai piedi, difficoltà digestive.

Tutto ciò ha portato allora a considerare l’ansia il disturbo psicologico più corporeo che ci sia e a stimolare ricerche per la migliore comprensione di tutte quelle malattie a tutt’oggi definite psicosomatiche (come la gastrite, la colite, la psoriasi…) nelle quali l’ansia (insieme a problemi psicologici di cui il paziente è più o meno consapevole) sembra giocare un ruolo fondamentale.

Ansia e stress possono degenerare in malattia?

Purtroppo sì…

È ampiamente dimostrato, infatti, che le emozioni, che sono la prima risposta agli stimoli ambientali, condizionano non solo i processi razionali, ma agiscono, modificandoli, sui sistemi neuroendocrino e immunitario, i quali sono responsabili del benessere, quanto dell’insorgenza di malattie.

Lo stress, quindi, può produrre in ognuno di noi un danno psicofisico non trascurabile, definito “danno biologico secondario”, poichè comporta un’alterazione dell’equilibrio del sistema endocrino, con conseguente scorretta produzione dei neurotrasmettitori e lo sviluppo di malattie psicosomatiche.

Ma lo stress è una condizione personale, che dipende dalla capacità di risposta del proprio organismo e dal tipo di eventi scatenanti.

Il nostro cervello, infatti, non è una struttura rigida che reagisce in modo determinato ai processi a cui presiede, ma modifica la propria struttura neurale, con conseguente ripercussione sui sistemi endocrino ed immunitario, a seconda degli stimoli ambientali, che, se positivi garantiscono la condizione di salute e se, invece, negativi favoriscono l’insorgenza delle malattia.

Fortunatamente esistono dei metodi possibili di prevenzione dello stress che possono ridurre i danni che esso produce sull’organismo.

Infatti, grazie alla plasticità del nostro cervello possiamo combattere le malattie intervenendo sul nostro stile di vita, ma quando dallo stress non riusciamo a sottrarci, a quali malattie specifiche possiamo andare incontro?

Numerosi studi ci consentono, purtroppo, di affermare che lo stress aumenta il rischio di un attacco cardiaco.

Le malattie cardiovascolari sono la seconda causa di mortalità in tutti i paesi occidentali e hanno mostrato una generale tendenza all’aumento dall’inizio del secolo fino ad oggi.

Si ritiene che, accanto ai tradizionali fattori di rischio, i fattori di tipo emozionale, in gran parte collegabili a condizioni di stress cronico, siano responsabili di questo aumento di mortalità.

La ricerca degli ultimi anni ha dimostrato che stati emozionali come l’ansia, l’ostilità e l’aggressività o particolari stili comportamentali possono considerarsi come potenti fattori di rischio coronarico, soprattutto se associati a una concentrazione di eventi stressanti esistenziali.

Lo stress è il killer più importante degli uomini d’oggi ed è il responsabile per il 70-80% delle malattie in America.

L’emozione è quindi una reazione psico-biologica in quanto coinvolge reazioni viscerali e mentali.

Alimentazione incontrollata: quando l’umore va giù e il bisogno di mangiare va su

Uno stato d’animo triste e ansioso può insorgere senza alcun motivo o come reazione a uno stress, che si tratti di una perdita o di una sconfitta di qualche tipo, o di una pressione quotidiana superiore alla norma.

In ogni caso, questo disagio di solito non emerge da solo.

Quando si è giù di corda, oltre a mangiare di più o di meno, spesso si dorme di più o di meno e le prestazioni fisiche e mentali ne risentono.

La crisi di assunzione di cibi incontrollata non riguarda quel favoloso dessert a cui non potete rinunciare o le pietanze prelibate che vi paga l’azienda a pranzo.

Ma significa, piuttosto, mangiare in eccesso e fare degli spuntini in un modo che sfugge al controllo: è il bisogno compulsivo di dare fondo alla scatola di biscotti o alla vaschetta di gelato da due chili, quando intendevate prenderne solo un cucchiaio.

Non avete fame, sapete di aver mangiato a sufficienza, eppure non riuscite a fermarvi.

Potrebbe non essere particolarmente buono o non piacervi un granchè, ma per quei pochi minuti in cui fate funzionare la bocca, masticando e inghiottendo, il vostro umore teso e depresso migliora miracolosamente.

Anche gli alcolici sono un’auto-terapia comune per lo stress e l’ansia.

Per tutto il giorno riuscite a non lasciarvi andare, ma la sera non vi basta un semplice “goccetto” per rilassarvi.

Non tutti come reazione all’ansia e allo stress mangiano o bevono troppo, parecchi perdono l’appetito insieme al buonumore.

Colite nervosa o sindrome del colon irritabile

Questa sindrome è di chiara origine psicosomatica ed è molto legata allo stato ansioso della persona, è un vero e proprio campanello di allarme lanciato dal colon, quella parte dell’intestino particolarmente sensibile alla vita frenetica e allo stress,

Da tutto questo si può comprendere come questi disturbi (pancia gonfia, meteorismo ecc.) siano delle vere e proprie somatizzazioni delle nostre ansie e dello stress continuo a cui siamo sottoposti con la vita moderna.

Il nostro corpo ci sta chiedendo aiuto, ascoltalo e aiutalo. Accanto ai fattori psicologici che abbiamo visto, la colite può insorgere o aggravarsi anche a causa di:

  • intolleranze o ipersensibilità a determinati alimenti;
  • flora intestinale alterata;
  • microrganismi patogeni (funghi);
  • parassiti.

Colpisce il 15% della popolazione, con una frequenza doppia nelle donne.

Come la mente può far ammalare il corpo

La concezione psico-biologica della vita va attentamente considerata.

Poichè la salute del corpo è strettamente collegata allo stato di salute dell’anima, la malattia è stata definita un difetto dell’anima.

Ogni tensione si ripercuote sempre negativamente sulla salute.

Il meccanismo di ripercussione è abbastanza semplice. Lo stimolo emotivo agisce sul cervello, così ogni apprensione e ogni paura sono scosse che subisce la psiche che, per mezzo del cervello, quale reazione, impartisce ordini di difesa, di tutela, di salvezza ai nervi; ordini che arrivano a tutti i visceri.

Questi, come atteggiamento difensivo, si contraggono perchè il timore è contrazione, restringimento, chiusura.

“Mi manca il fiato, il cuore mi martella, ho avuto una stretta al cuore” sono espressioni che si sentono di frequente da coloro che sono sottoposti a questi disturbi.

Soffrono pure di vertigini, di tremori e di svenimenti.

Alcuni hanno la pressione troppo alta o troppo bassa. La frequente ripetizione determina l’usura.

Le conseguenze di tutti gli stati negativi, mentre si riflettono sulla salute, covano i mille mali che sfociano in malattie impensate.

Mai come oggi ine offerto un così grande numero di invenzioni che fanno risparmiare tempo, eppure, mai come oggi non si trova il tempo per fare tante cose pur necessarie.

La società dei consumi è la società dell‘urgenza e dell’ansia

Ogni volta che l’uomo affronta una difficoltà, ha bisogno della forza necessaria per superarla. Allora, qualcosa si muove in lui, un’ansia stimolante come lo slancio di chi prende la rincorsa per saltare un ostacolo.

Quest’ansia è normale e benefica. Ma vi è anche un’ansia che è agitazione e urgenza: l’affannarsi della vita di oggi.

Questa è ansia negativa. L’ansia può arrivare a causare vere e proprie malattie per il mutamento della chimica e nella struttura organica nel fisico di persone che erano normalissime.

Tutto era in ordine, prima, ma da quando lo shock emotivo o il trauma ha percosso la persona per un fatto spiacevole, cominciano i disturbi.

I disordini psicogeni, cioè di origine emotiva, sono il punto di partenza.

Cosa ci racconta la medicina cinese a base dell’agopuntura

Una delle affermazioni più affascinanti (supportata da una storia clinica di migliaia di anni e tuttora attuale) è che a ogni organo del corpo umano corrisponde un “contenuto psichico”, o meglio, “dentro gli organi sono depositate energie anche mentali”.

Secondo i cinesi nel cuore, per esempio, c’è l’energia mentale vera e propria, nello stomaco e nella milza si conserva il pensiero, nel polmone alberga l’intuizione, nel rene si dà vita alla volontà, nel fegato sta la forza di decisione.

Le emozioni trovano collocazione nello stesso modo tanto che, per la medicina cinese, un’emozione influenza (e viceversa) un organo corrispondente, cioè: il cuore sente la gioia, il rene la paura, il fegato la collera, il polmone la tristezza e l’inquietudine, lo stomaco e la milza la rimuginazione e le idee fisse.

Ebbene le sindromi ansiose nascono da squilibri energetici, tossicità, malfunzionamento degli organi che danneggiano l’energia mentale rispettiva (per esempio, un fegato intossicato diminuisce la forza delle decisioni, oppure i reni affaticati incrinano la volontà, e così via).

Anche gli eccessi di emozioni portano a lungo andare (a volte in modo acuto) a un consumo dell’energia degli organi corrispondenti tanto che i vari sintomi ansiosi possono essere associati appunto a quelli, con la rispettiva emozione considerata in questo caso nociva.

Ecco allora l’angoscia, l’indecisione, la stanchezza nascere dall’energia renale indebolita dalla paura; la “testa vuota”, la mancanza di coraggio, l’indecisione, riferiti tutti a un fegato mal funzionante danneggiato dalla collera; l’incapacità a riflettere, la perdita di memoria, causate da stomaco, milza, pancreas, “svuotati” dalle idee fisse, dalle rimuginazioni continue.

La terapia conseguente viene effettuata da medici esperti in agopuntura poiché con questo metodo è possibile agire riequilibrando gli organi interessati, disperdere i sovraccarichi energetici, calmare la mente, tranquillizzare in generale tutto il corpo.

Le soluzioni più efficaci

Check up bioenergetico quantistico con apparecchiatura SCIO

La buona notizia è che oggi, grazie al check up quantistico in biorisonanza e in biofeedback ci consente in dettaglio di scoprire, la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico generale, individuando il valore dello stress (alto o altissimo: “emergenza”), ma soprattutto le cause e le somatizzazioni nel corpo, oltre al sistema nervoso autonomo che ne è il protagonista.

Ogni organismo produce una sua chimica, i sintomi sono diversi da persona a persona, come lo squilibrio di informazione dei meridiani e del sistema endocrino e molto altro.

Il check up quantistico con strumentazione SCIO ci permette di scoprire, in dettaglio, la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico, individuare il rischio di patologia nascente, correggere le informazioni scorrette che creano squilibrio e testare i rimedi naturali più adatti alla chimica della persona.

Nutripuntura, l’agopuntura senza aghi

Si tratta di una nutrizione e informazione cellulare che si chiama Nutri, l’obbiettivo di ogni nutrimento endocellulare, 38 in tutto, è quello di fornire direttamente a un organo, o ad un settore specifico, le informazioni elettromagnetiche necessarie per attivare la sua autoregolazione naturale.

La loro efficacia, precisa come quella degli aghi in agopuntura, è immediata per i settori e gli organi che si vogliono sostenere.

L’azione di ogni nutrimento della Nutripuntura si concentra dunque sull’organo-bersaglio senza interferire in altre zone per riportare le informazioni corrette al corpo.

L’apparizione di un sintomo è un segnale d’allerta, risultato di un disturbo dell’informazione che attiva la funzione di un organo.

In effetti l’organismo non è costituito solamente da un insieme di organi con delle funzioni diverse (l'”hardware”), ma anche da numerosi programmi, contenenti le informazioni necessarie per regolare il funzionamento (il “software”).

Questa nutrizione non presenta alcuna controindicazione ed è totalmente biocompatibile, in forma di mini-compresse (dal gusto gradevole), da masticare due o tre volte al giorno.

Ottimi i risultati per tutti i settori dell’organismo da aiutare, soprattutto per il problema dell’ansia e dello stress.

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Biorisonanza quantistica energetica: la risposta alle domande più frequenti

Bibliografia e altre fonti
  1. E liberaci dal male oscuro, Serena Zoli e Giovanni Cassano, Tea Edizioni, 1998
  2. La depressione e il corpo, Alexander Lowen, Astrolabio Ubaldini Edizioni
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