Fegato grasso: la nuova emergenza causa di sovrappeso, diabete e tumori

Fegato grasso: la nuova emergenza causa di sovrappeso, diabete e tumori

Come prevenire il fegato grasso, la nuova emergenza causa di sovrappeso, diabete e tumori? Pare proprio che il 40% degli Italiani ne soffra senza esserne consapevole.
La steatosi epatica non alcolica è un problema “moderno” oggi sempre più diffuso che consiste nell'accumulo di grasso a livello epatico, un disturbo che non dà sintomi eclatanti in cui il fegato soffre in silenzio. A rischio sono anche i falsi magri! Come dunque accorgersene? Quali rischi si corrono? Quali sono le cause e le soluzioni? La biorisonanza energetica quantistica come può aiutarti? In questo articolo trovi le risposte a tutte queste domande e molto di più.

 

Una panoramica sul fegato

La steatosi epatica consiste nell'accumulo di grasso a livello epatico, è un disturbo che non dà sintomi e non è patologico, ma può evolvere in un’ infiammazione grave. Il meccanismo alla base della steatosi è l'insulino resistenza ovvero un'aumentata resistenza da parte dell'organismo all'azione dell'insulina problema associato allo sviluppo di diabete, dell’obesità, dell’ ipertensione arteriosa e arterosclerosi e quindi alle malattie cardiovascolari. La steatosi epatica, meglio conosciuta come “ fegato grasso”, è dovuta a un accumulo eccessivo di trigliceridi nelle cellule del fegato, condizione che nel tempo può portare al soffocamento e alla necrosi di buona parte dell'organo. Si parla di steatosi o NAFLD (Non-Alcoholic fatty liver disease), quando l'accumulo di grasso nel fegato supera il 5% del peso dell'organo. La malattia può non dare sintomi per anni e perfino per decenni ma, se non viene curata, può progredire e, come accade nel 10% dei soggetti colpiti, può trasformarsi in un’ infiammazione al fegato conosciuta come NASH (Non-alcoholic steatohepatitis), una patologia ben più grave che comporta, oltre a un accumulo adiposo, anche uno stato infiammatorio con conseguenti lesioni che limitano la funzionalità dell’organo.

A rischio anche i falsi magri

Braccia e gambe magre ma pancia prominente: è questa la costituzione tipica di chi soffre di accumuli di grassi epatici. Chi è in sovrappeso ha un rischio maggiore di soffrire di fegato grasso ma attenzione anche ai falsi magri. Le donne con le gambe e braccia sottili e la pancia più abbondante ad esempio sono soggetti ad alto rischio. In Italia sono circa 6 milioni le persone grasse che non ne hanno la piena consapevolezza perché l'adipe in eccesso non si accumula tanto su glutei, gambe e braccia, ma si nasconde piuttosto all'interno del corpo, fra gli organi della cavità addominale, intorno all'intestino, nel fegato e nelle arterie: “Sono i grassi dentro”.

L'Obesità paradossale

I Centers for Disease Control statunitensi hanno condotto recentemente un'ampissima indagine epidemiologica su oltre tre milioni di persone che è stata pubblicata sul Journal of the Amercian Medical Association e che ha suscitato un gran clamore anche in Italia. E’ di nuovo emerso che le persone normopeso vivrebbero meno di quelle in sovrappeso, e che sarebbero paragonabili agli obesi quanto a rischio di malattie croniche.

“Questo dato è stato a lungo considerato un vero e proprio paradosso, l'obesity paradox, per dirla come gli americani”, dice il professor Sorrentino.

Di fatto esistono persone in forma che credono di essere sane e che invece sono metabolicamente obese, e poi ci sono persone obese ma perfettamente sane, perchè metabolicamente magre. Alla base dell'apparente contraddizione vi e proprio la distribuzione del tessuto adiposo. Il grasso che si accumula internamente nella zona centrale del corpo, chiamato grasso viscerale o addominale, non sempre si accompagna all'obesità, ma è tra i principali responsabili degli squilibri metabolici.

Un organo sottovalutato

Si parla spesso del cuore e dell'intestino e poco del fegato. Eppure quest'organo, anche se lavora in silenzio, svolge importantissime funzioni, basti pensare alla disintossicazione e alla metabolizzazione dei farmaci. Il fegato è il principale centro di stoccaggio degli zuccheri. “Quando ingeriamo carboidrati il nostro apparato digerente li demolisce e li trasforma nella molecola di zucchero più semplice, il glucosio. La conseguenza immediata è l'innalzamento della glicemia, cioè la concentrazione di questo zucchero nel sangue. Qui entra in gioco il pancreas che produce insulina, l'ormone che segnala al fegato di rimuovere dal sangue il glucosio in eccesso. Come? Immagazzinandolo nelle sue cellule sotto forma di un altro zucchero, il glicogeno. Quando il livello di glucosio nel sangue scende troppo, avviene il processo inverso ed il pancreas produce un altro ormone, il glucagone, che fa si che il fegato riconverta il glicogeno in glucosio e lo rilasci nel flusso sanguigno. Il fegato, quindi, insieme al pancreas, serve a mantenere nella norma il valore della glicemia”, spiega il professor Nicola Sorrentino, medico chirurgo, direttore scientifico della Food Academy IULM.

Il fegato e le sue funzioniIl fegato riceve tutto il sangue che proviene dall'intestino e che contiene le sostanze digerite e assorbite da quest'ultimo. Accoglie inoltre il sangue che proviene dalla milza e quello filtrato dai reni. Il fegato svolge un ruolo determinante nei processi digestivi, grazie a varie funzioni:

  • produce la bile, che è essenziale per l'assorbimento dei grassi, delle vitamine e del calcio e per l'eliminazione delle scorie metaboliche attraverso le feci;
  • funge da deposito per le riserve di carboidrati sotto forma di glicogeno, riserva fondamentale di energia;
  • sintetizza circa il 90% del colesterolo necessario all'organismo, che nelle giuste quantità ci è indispensabile per mantenere in vita le cellule, per la produzione di ormoni e anche per lo sviluppo dell'embrione;
  • è il regista del metabolismo dei grassi (sintesi, trasformazione, eliminazione ecc.);
  • è il manager del metabolismo delle proteine fondamentali per l'organismo (sintesi, trasformazione ecc.)
  • è un deposito delle vitamine;
  • fegato funziona inoltre da impianto di riciclaggio per il ferro, distruggendo i globuli rossi ormai morti, recuperando il minerale dall'emoglobina e conservandolo sotto forma di ferritina, trasformandosi così in un importante “magazzino”;
  • si occupa della rimozione e dell'inattivazione delle scorie metaboliche presenti nel sangue (per esempio, farmaci,sostanze chimiche, ormoni ecc.).

Ecco perché è così prezioso. Il lavoro di quest'organo è necessario alla corretta eliminazione delle tossine e dei veleni accumulati nell'organismo che fanno sentire i loro effetti dannosi su tutto il corpo. Se il fegato non funziona in maniera adeguata, il sangue e i tessuti corporei non riceveranno il ricambio cellulare adeguato, e saranno molto più soggetti a infiammazioni e intossicazioni.

Da “sano” a “grasso”: l'evoluzione

  • Sedentarietà e dieta scorretta fanno accumulare nel fegato una quantità di grasso in eccesso. Se queste supera il 5% si parla di steatosi epatica.
  • Il tessuto si infiamma, le cellule del fegato si ingrossano e il grasso in eccesso le “soffoca” impedendo loro di metabolizzare grassi e zuccheri.
  • Se non si corre ai ripari, il tessuto in sofferenza si indurisce diventando simile a quello delle cicatrici (si parla di fibrosi).
  • L'avanzamento della malattia è verso stadi piu gravi e può portare alla necrosi delle cellule del fegato.

 

Steatosi e obesità

Il sovrappeso è una delle condizioni che favoriscono la steatosi portando a una crescita dei trigliceridi nel fegato e a un aumento del volume dell'organo stesso. Avere il fegato grasso è una condizione associata al sovrappeso e all'obesità (circa il 90% dei casi) e denota una particolare tendenza agli eccessi alimentari in senso quantitativo e qualitativo anche se talvolta contribuiscono altri fattori, come l'assunzione cronica o abituale di farmaci. Nel 80-90% dei casi le cause sono legate anche al diabete o alla dislipidemia (colesterolo cattivo e/o trigliceridi alti). Esiste inoltre una predisposizione genetica a sviluppare la malattia. L'abbinata sovrappeso e steatosi è una condizione più frequente nel sesso maschile.

Le cause alimentari

Quantità eccessive di cibo, porzioni abbondanti che eccedono il proprio fabbisogno individuale stabilito in base a peso, età, fase di vita e attività fisica rimangono la causa principale. Quando introduciamo una quantità di carboidrati eccessiva rispetto alle necessità dell'organismo, il surplus può essere utilizzato per fini diversi, per esempio, può accumularsi nel fegato stesso sotto forma di depositi che verranno utilizzati in caso di digiuno (ecco perché saltando i pasti non si perde peso). I carboidrati cui bisogna stare particolarmente attenti sono quelli a rapido assorbimento, come ovviamente lo zucchero (sia bianco che di canna), lo sciroppo di glucosio (contenuto in dolci e yogurt), i derivati raffinati del grano (pane, focacce, pizza, grissini, crackers).
Gli altri nemici:

  • alcolici, vino, birra, superalcolici, l'acol etilico (etanolo) è metabolizzato dal fegato e, se consumato cronicamente ed in eccesso può portare a steatosi, anche in soggetti normopeso;
  • grassi animali e industriali: un eccesso di carni grasse, burro ecc. o anche vegetali come olii industriali processati favoriscono la steatosi;
  • formaggi, salumi, insaccati, dolci, vanno ridotti drasticamente, idem per le bibite zuccherate;
  • additivi e conservanti ma anche antiossidanti, addensanti, stabilizzanti, emulsionanti, regolatori di acidità, esaltatori di sapidità sono da evitare.

I numeri allarmati

Oggi siamo di fronte ad una vera e propria epidemia. Il fegato è uno degli organi più compromessi dall'attuale alimentazione “fast” sempre più ricca di grassi e zuccheri. In Italia si calcola che circa il 40% di tutta la popolazione soffra di “fegato grasso”, ma questa percentuale sale rapidamente dopo i 40 anni, arrivando a oltre il 60% negli ultrasessantenni. Alcuni studi condotti su dati ecografici ci svelano come vari la frequenza circa il fegato “grasso” per le diverse categorie di persone: 16% negli individui magri e astemi, 46% nei forti bevitori normopeso, 76% negli obesi astemi e 95% nei forti bevitori ed obesi. La situazione è molto grave per i bambini e gli adolescenti, le stime in Italia sono:

  • persone adulte che hanno il fegato grasso, ovvero la steatosi 40%;
  • bambini e adolescenti che hanno la steatosi epatica 15%;
  • bambini obesi che hanno il fegato compromesso 50%.

Il fegato soffre in silenzio

Purtroppo l'assenza di disturbi acuti fa si che, spesso, si corra ai ripari quando è troppo tardi. L'accumulo di grassi nel fegato può non dare alcun segnale eclatante ed essere evidenziato occasionalmente con un'ecografia addominale. In ogni caso una digestione faticosa, dolori ricorrenti e una tendenza dell'intestino alla stitichezza possono segnalare che il fegato sta soffrendo per uno stato di accumulo, di frequente accompagnato anche da disturbi alle vie biliari edalla presenza di renella nella colecisti. Ecco i principali sintomi a cui fare attenzione:

  • fegato ingrossato,
  • fegato che punge, indurito;
  • digestione lenta e laboriosa, specie quando si mangiano cbi grassi;
  • gonfiori alla pancia;
  • eruttazioni frequenti;
  • nausea e vomito frequenti;
  • intestino irregolare;
  • alito cattivo e bocca amara;
  • lingua con patina giallastra;
  • sovrappeso, con aumento della massa grassa addominale;
  • aumento della circonferenza addominale, irritabilità, eczemi e orticaria.

La pancetta fa da spia

Il giro vita è l'indizio chiave. Se è abbondante è probabile che si sia accumulato grasso sul fegato. Nelle donne il pericolo inizia a salire dopo gli 80cm e diventa elevato sopra gli 88, negli uomini l'allerta scatta a 94 cm ed è massima oltre i 102, il grasso addominale è il più pericoloso perchè crea nell'organismo uno stato di infiammazione cronica che crea danni a cascata ad arterie, cuore ecc. Il consiglio di chi ha il girovita largo o uno qualsiasi della sindrome metabolica dovrebbe sottoporsi ad un'ecografia del fegato, un test semplice e non invasivo, indispensabile per la diagnosi.

Si può curare

La buona notizia è che cambiando lo stile di vita e migliorando l’alimentazione la steatosi semplice può regredire fino a scomparire. La miglior medicina contro la steatosi epatica è l'attività fisica. Un corretto regime alimentare (ipocalorico dove è necessario) e il movimento sono le uniche terapie che a oggi si sono dimostrate efficaci nel ridurre l'eccesso di grasso accumulato nel fegato, e nel normalizzare i valori degli enzimi che esso produce. L'esercizio fisico migliora il controllo glicemico e gli indici metabolici, combatte l'obesità e il diabete, inoltre una costante attività fisica è anche in grado di abbassare il livello di infiammazione del fegato nella forma più avanzata di steatosi epatica.
L'altro fondamentale intervento deve essere fatto a tavola. Mangiare meno e meglio: questo dovrebbe essere il nuovo mantra quotidiano.

I rimedi naturali

Ci sono diversi rimedi verdi che aiutano il fegato in modo dolce a depurarsi. I più conosciuti sono il Cardo Mariano, un potente tonico epatico, digestivo e ringiovanente cellulare, il Crisantemo Americano, che sgrassa il fegato da trigliceridi e colesterolo “cattivo”,il Boldo, che in caso di sovraccarico stimola e fluidifica la bile, diminuendone la viscosità.
Tra tutti i rimedi alla nutripuntura “agopuntura senza aghi” sicuramente spetta il trono d'onore essendo capace di intervenire sulla regolazione dei meridiani. Quando i meridiani del fegato sono sovraccarichi e affaticati, si avvertono spossatezza, debolezza, sonnolenza dovute all'incapacità del polo metabolico di assicurare la depurazione dell'organismo, in questo caso una nutripuntura associativa andrà ad aiutarli energeticamente regolandoli e a favorire l'eliminazione dal sangue delle tossine, responsabili del malessere.

Un aiuto importante può dartelo la bioenergetica quantistica

Come per la vostra automobile esiste un test o uno screening che ne rileva i problemi, la buona notizia è che anche per gli esseri umani esiste oramai da circa 20 anni, un Check Up di bioenergetica quantistica (la medicina del futuro), non invasivo, in grado di valutare lo stato psico-fisico di salute di una persona nel suo insieme e attraverso il riequilibrio bioenergetico ricondurci al benessere, soprattutto aiutare il nostro esercito (il sistema immunitario).La” Medicina energetica o bioenergetica “ è uno dei sistemi più efficaci e naturali per promuovere e mantenere il benessere e la salute. Si fonda sul presupposto che accanto al nostro corpo fisico ci sia una sua controparte energetica, e che, da uno squilibrio in essa, possano avere origine malesseri emotivi e problemi fisici. Per questa ragione solo intervenendo all'origine del disturbo è possibile riportare il nostro organismo in una condizione di salute e vitalità.

Check up bioenergetico quantistico con apparecchiatura SCIO

Grazie al Check up si può scoprire, in dettaglio, la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico che, tra le molte altre cose, rileva:

  • intolleranze alimentari, allergie;
  •  problemi nutrizionali;
  • deficienze vitaminiche e minerali;
  • virus, batteri, funghi e parassiti;
  • disturbi emotivi, stress, ansia e traumi
  • quali organi sono sttto stress;
  • squilibrio energetico degli organi;
  • fattori ambientali e inquinamento;
  • tossicità e molto altro;
  • testare i rimedi naturali più adatti a tè.

 

Bibliografia e altre fonti

1) Come salvarsi dal fegato grasso – speciale Riza N. 9 10/12/2018;
2) Medicina integrativa – Manuale pratico volume 1 – settembre 2011 2° ed. - Ivo Bianchi Ed. Mos Maiorum;
3) Rimedi Naturali – James F. Balch & Marck Stengler – Ed. Armenia;
4) Manteniamoci in forma – Prima edizione Italiana – Adelle Davis – Ed. Nuova Prhomos.

 

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